Il vestibulum era l'ingresso della casa. Di dimensioni molto ridotte era decorato con pitture parietali spesso scaramantiche. Contro il malocchio a volte erano raffigurati anche simboli fallici, come a Pompei nella Casa dei Vettii.
Anche il mosaico pavimentale poteva avere una funzione propiziatoria ad esempio con scritte tipo “Ave Fortuna”, “Salve Peculium”.
In questa ipotesi ricostruttiva, si è utilizzato un più banale “Cave Canem”.
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L'atrium, è lo spazio centrale intorno al quale sono disposti gli ambienti della della domus.
Esso era il fulcro della vita domestica, ricordo dell'unico ambiente delle prime abitazioni umane. Raccolto intorno al focolare centrale, vi si conservava la riserva d'acqua e vi si consumavano i pasti. Il suo stesso nome pare derivasse dalla parola latina ater (nero) a causa della fuliggine che ne anneriva le pareti.
Infatti l'atrium testudinatum, che si trova nelle case più arcaiche, aveva solo una stretta apertura che serviva insieme da camino e da lucernario.
L'atrium di questa domus è invece di tipo tuscanico, che era il più diffuso, sebbene costoso a causa della grandezza delle travi in legno necessarie per costruirlo. Assomma le funzioni distributive (raccordo tra i vani), tecniche (fonte di luce ed aria) e di rappresentanza: insieme con il vestibulum e il tablinum creava una splendida prospettiva interna
destinata a comunicare ai visitatori lo status del pater familias.
Tardo e poco diffuso l'atrio tetrastilo, caratterizzato da quattro colonne ai lati dell'impluvium.
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Molte case romane presentano ai due lati del vestibulum delle tabernae, locali commerciali che venivano dati in affitto o gestiti dal padrone di casa tramite degli schiavi.
In questo ambiente sono stati ritrovati i segni della presenza di dolia e probabilmente il vano era dotato di un suo ingresso autonomo sulla strada.
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Durante gli scavi archeologici è stato rinvenuto solo il perimetro non completo di questo vano che però apriva sicuramente sull'atrio.
Per ragioni di simmetria con il vano alla sinistra dell'ingresso, si è ipotizzata la presenza di una apertura anche sulla strada e si è immaginato, per la vicinanza delle terme, che potesse essere un termopolium.
Si trattava di una sorta di bar-ristoro dove i passanti si fermavano ad acquistare e consumare cibi e bevande.
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I cubicula erano piccoli ambienti adibiti a camere da letto.
Solitamente privi di finestre, erano riccamente decorati con affreschi e mosaici sul pavimento che a volte presentavano una riquadratura laddove era posizionato il letto.
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