I Ludi erano pubblici spettacoli, finanziati da imperatori o facoltosi magistrati, come strumento di prestigio e di propaganda politica per accattivarsi il consenso del popolo.
I più importanti seguivano un calendario fisso a cadenza annua (Ludi Stati), ma si svolgevano anche in occasione d'eventi speciali e potevano durare giorni interi (I più antichi e solenni erano i Ludi Romani).
In età repubblicana i giochi erano organizzati dai cosiddetti Edili, mentre in età imperiale, quando il principe stabiliva di dare dei ludi straordinari, nominava dei curatore ludorum che allestivano le esibizioni.
Particolarmente importanti furono i Ludi Saeculores del 17 a.C. dei quali Orazio fu il poeta ufficiale.
I ludi erano finanziati dall'erario, ma spesso i magistrati incaricati di curarli, per accattivarsi i favori del popolo, spendevano di tasca propria somme enormi per renderli sempre più spettacolari, tanto che molti di loro andarono in rovina.
Esistevano tre tipi di ludi, i Ludi Circenses, che si svolgevano nel Circo, i Ludi Scaenici (le rappresentazioni teatrali) e i Ludi Gladiatorii (spettacoli gladiatori).
Spesso, durante lo svolgimento dei giochi, tra gli spettatori, scoppiavano risse provocate da odi locali (come succede ora tra le tifoserie calcistiche), addirituttura nel 59 d.C., un innocuo scambio di sfottò tra Pompeiani e Nucerini, si trasformò in un vero e proprio massacro, tanto che l'imperatore Nerone "squalificò" l'anfiteatro di Pompei per 10 anni.
Dei Ludi Gladiatorii facevano parte i Munera, nei quali i gladiatori cervacano di ferire o uccidere l'avversario, le Venationes mattutine, in cui si cacciavano belve feroci aizzate mediante in lancio di grossi fantocci di panno rosso (pilae). Vi erano anche cacce innocue ed inseguimenti di volpi, lepri e conigli, destinate a metteredi buon umore il pubblico.
Spesso gli animali si affrontavano tra di loro; leoni, renne, orsi e struzzi, catturati in gran numero, scomparvero da intere aree geografiche d'appartenenza.
Negli Anfiteatri si svolgevano anche esecuzioni pubbliche di condannati, gettati ad bestias o fatti morire in azioni sceniche e mitologiche, ad esempio si rappresentava la storia di Dedalo e Icaro. Icaro con le ali spennate veniva buttato dall'alto in mezzo all'arena e Dedalo veniva fatto sbranare da belve feroci. Veniva anche riproposta la scena di Muzio Scevola con il condannato che doveva bruciarsi il braccio nel fuoco senza emettere un solo grido, altrimenti veniva arso vivo in una cappa di pece.
Altro tipo di spettacolo erano le Naumachiae (battaglie navali). Per l'occasione l'arena veniva allagata. Al termine dei giochi l'arena era ripulita e cosparsa di profumo.
I Ludi Gladiatori hanno origine nelle lotte tra prigionieri di guerra in onore di patrizi e politici defunti. Una specie di rito magico della cultura etrusca in cui si vuole donare l'energia vitale espressa dal combattimento, allo spirito del morto.
La prima esibizione, nel 264 a.C., si svolge nel foro per celebrare la memoria di Decimo Giunio Bruto Pera, ma lotte si eseguono anche in case private durante banchetti e festini patrizi.
In età imperiale, questi spettacoli sono regolati da norme e tasse ed, in genere, seguono un programma rituale standard che prevede una parata iniziale (pompa) ed un giuramento solenne (sacramentum gladiatorum).
I combattimenti perdono progressivamente un carattere sacro per diventare eventi agonistici e maestosi.
La crescente partecipazione di spettatori porta alla costruzione degli anfiteatri. Qui si affrontano i gladiatori, la cui sorte dipende dall'umore del pubblico che sceglie se risparmiare (fazzoletto sventolato) o far uccidere (pollice verso) il combattente ferito.
Il fascino della lotta coinvolge anche senatori e imperatori (Commodo, Caracalla) che si esibiscono in duelli truccati. I munera, di solito, si svolgevano di pomeriggio ed erano annunciati con avvisi dipinti sui muri che indicavano i motivi dell'esibizione, i nomi degli organizzatori e le specialità presentate. Durante i combattimenti erano lanciate tra il pubblico, delle tavolette con impressa l'immagine di un dono da parte dell'imperatore. Al termine dei munera, i fortunati vincitori riscuotevano il regalo che poteva consistere in schiavi, cibo, case o navi.