Si accede alla chiesa mediante una gradinata semicircolare a ventaglio. La facciata stata sistemata dopo il sisma del 1857. Il portale si presenta architravato con timpano in pietra calcarea nel cui centro esibisce lo stemma del vescovo Claverio (1646-1672). Il portone di bronzo, collocato nel 1978, dello scultore Giuseppe Niglia e propone, in modo alquanto bruttino, un Cristo risorto al centro di scene di vita della città, colpita dalla guerra e dalla povertà. Nel timpano si apre un oculo del XIII secolo.
Oculo della facciata, materiale lapideo, XIII secolo.
Nel timpano della facciata di originale rimane l’oculo del XIII secolo. Il resto ha subito vari rimaneggiamenti seguiti ai molteplici terremoti.
Le dimensioni dell'interno sono: 50 metri la navata centrale, m. 6,75 la sua larghezza; m. 19,75 il transetto di sinistra (cappella del Santissimo), m. 13,50 quello di destra (cappella di S. Gerardo). L'attuale assetto fu dato dopo il sisma del 1857, quando si dovette intervenire e ridurre la chiesa da tre ad una sola navata con, a destra e sinistra, quattro arcate per parte con altari di marmo policromo di fine Settecento.
Lo stile neoclassico, abbastanza sobrio, stato conferito dall'architetto Antonio Magri nell'ultima decade del XVIII secolo per volere del vescovo Serrao, dopo che il sisma del 1783 aveva gravemente danneggiato la primitiva chiesa del XIII secolo.
Cappella dell'Immacolata, prima a sinistra.
La cappella contiene una preziosa statua lignea di S. Antonio Abate risalente al XVIII secolo. E' notevole il panneggio dell'abito dell'eremita.
La cappella ha avuto in passato una funzione cimiteriale per alcuni vescovi della diocesi. L'ultimo ad essere qui sepolto è stato mons. Bertazzoni nel 1979.
Alberto Friscia, Sarcofago di Agusto Bertazzoni, bronzo, 1979, Cattedrale, prima cappella a sinistra.
Il sarcofago contiene le spoglie mortali di mons. Bertazzoni, vescovo di Potenza dal 1930 al 1972. Era nato a Polesine di Pegognara (Mantova) nel 1876. Fu discepolo di don Bosco, amico di don Orione e di mons. Sarto, divenuto poi Papa Pio X (1903-1914). Il suo governo di vescovo fu caratterizzato da azioni improntate a saggezza, semplicità e fortezza ammirevoli. Aperto alla cultura, alla solidarietà sociale, formò generazioni di giovani impegnandoli nel laicato cattolico e nella politica.
Detto sarcofago collocato nella prima cappella di sinistra sotto il cui pavimento sono sepolti altri vescovi della Diocesi.
Cappella del SS. Sacramento, transetto di sinistra.
La cappella lunga m 19,75. Contiene un altare sotto la cui mensa vi un piccolo sarcofago contenente alcuni resti di Santa Gianuaria traslate da Roma nel 1645 dal vescovo Michele De Torres.
Il Ciborio in alabastro ed stato scolpito nel XVII secolo.
Sulla parete sinistra vi un pregevole Crocifisso ligneo del XV secolo.
Crocifisso, scultura lignea, XV secolo, Cappella del Santissimo.
Sulla parete sinistra della Cappella pende un Crocifisso in legno, il quale, pur se rimaneggiato e stuccato nel Settecento, lascia intravedere lo stile tardo gotico, che rende intensa sul volto l 'espressione di sofferenza.
Ignoto, Ciborio, scultura in alabastro, XVII secolo, Cappella del Santissimo.
Il Ciborio collocato sopra l'altare in marmo policromo, datato 1740. Il Ciborio in alabastro assai prezioso: molto bella ed articolata la zona inferiore caratterizzata da alti dadi su cui poggiano gli arcangeli Raffaele e Gabriele, Angelo custode e Angelo con Tobiolo.
Pare che sia stato scolpito da un ignoto meridionale della fine del Seicento.
Ignoto, Arcangeli, scultura in alabastro, XVII secolo, particolare, Ciborio, Cappella del Santissimo.
Il Ciborio in alabastro assai prezioso: molto bella ed articolata la zona inferiore caratterizzata da alti dadi su cui poggiano gli arcangeli Raffaele e Gabriele, Angelo custode e Angelo con Tobiolo.
Arcangeli, scultura in alabastro, XVII secolo, particolare. Ciborio, Cappella del Santissimo.
Il Ciborio in alabastro assai prezioso: molto bella ed articolata la zona inferiore caratterizzata da alti dadi su cui poggiano gli arcangeli Raffaele e Gabriele, Angelo custode e Angelo con Tobiolo.
Presbiterio ed Abside, XVIII secolo.
Al centro del presbiterio collocato il pregevole altare maggiore in marmo ad intarsio policromo di bottega napoletana del Settecento. Ha sui lati due teste di putti molto belle. E' di grande effetto scenografico. Forse l'antico altare dedicato al SS. Sacramento commissionato nel 1739.
L'abside, stretta e allungata, contiene affreschi proponenti scene evangeliche culminanti nel Cristo risorto, opera di Onofrio Bramante del 1980.
L'abside, stretta e allungata, contiene affreschi proponenti scene evangeliche culminanti, nel catino, con Cristo risorto, dipinti da Onofrio Bramante nel 1980.
Cappella di S. Gerardo, transetto lato destro.
Il braccio del transetto in cui collocata la cappella misura m. 13, 50 ed meno profondo rispetto a quello di destra di m. 19,75.
L'altare, di fine Settecento, ha lo stemma araldico del vescovo De Dura ed sovrastato da una nicchia marmorea con statua lignea di S. Gerardo La Porta di Piacenza, vescovo di Potenza dal 1111 al 1119, patrono della città e della Diocesi. La statua risale al XV secolo ed stata restaurata nel 1880. Sotto la mensa, riposano le ossa del Santo custodite in un'urna d'argento.
Le decorazioni della parete non sono d'epoca barocca, come potrebbero far pensare, bensì del 1934, dipinte dalla mano di Mario Prajer, che le ha organizzate con buon effetto scenografico. Si accede alla cappella attraverso un cancello, opera d'ignoto del 1846.
Ignoto, S. Gerardo, statua lignea, XV secolo, particolare, transetto lato destro.
Gerardo La Porta di Piacenza, vescovo di Potenza dal 1111 al 1119, è il patrono della città e della Diocesi. La statua risale al XV secolo ed è stata restaurata nel 1880.
La volta, a botte lunettata, illustrata da quattro teleri raffiguranti (da destra verso sinistra):
* Caduta di Adamo ed Eva,
* Crocifissione,
* Chiesa trionfante con S. Pietro,
* Giudizio universale.
Questi teleri e la decorazione dell'intera volta, avvenuta nel 1934, sono opera di Mario Prajer, il quale li ha anche restaurati negli anni '45-50 del Novecento a seguito dei bombardamenti del '43.
All'incrocio del transetto, la cupola poggia su un tamburo cilindrico. Pur avendo al centro raffigurato la Gloria di Dio Padre, mostra pi in basso una folla di contadini e bambini presentati a Maria Assunta da S. Gerardo. L'affresco opera di Mario Prajer.
Esternamente essa appare ottagonale.