mt. 1262 slm - km 62 da Potenza.
L'area rientra in una di quelle abitate in passato dai monaci italo-greci.
Arrivano a Monticchio e creano una grande laura. Essi non sono però soltanto contemplativi: insegnano, infatti, ai contadini locali vari tipi di coltivazione, tra cui quella del vitigno 'aglianico', portato dalla Grecia. Per le preghiere in comune si raccolgono in una cappella costruita a valle o anche nella Grotta dell'Angelo, scavata nel tufo e dedicata a S. Michele.
La Grotta era il punto terminale di un sistema di piccole canalizzazioni di tipo carsico che convogliavano flussi d’acqua nell’area del santuario. “Ed è proprio la presenza dell’acqua che ha originato nel medesimo sito ed in epoca preromana il santuario più antico, legato al culto delle acque salutifere o apportatrici di fertilità testimoniato dal ritrovamento di una grotta sotto l’attuale complesso, di depositi votivi databili tra il IV ed il III secolo a.C., connessi ad una divinità femminile” (Bubbico).
I Benedettini si insediano prima ancora della venuta dei Normanni, e questi ultimi, "ladri che rubavano con l'alito" (Fortunato), soddisfano la richiesta degli intolleranti Benedettini di mandare via i monaci orientali. I frati latini rimangono così soli a vivere, non però nelle grotte montane bensì in una comoda abbazia da essi costruita a valle.